30 |
L’ATTREZZATURA Particolare importanza riveste questo discorso. È impensabile fare un discorso serio di salvataggio in acqua senza affrontare l’aspetto dell’equipaggiamento dell’unità cinofila. Un minimo di materiale è richiesto e questo serve ad aumentare l’operatività. L’imbragatura marina di salvataggio Nella storia dell’utilizzo dei cani al servizio dell’uomo, l’imbragatura è stata un attrezzo che è comparso sin dagli albori di questa forma di collaborazione. Nell’evoluzione delle imbragature per cani da lavoro ed utilità è giunta da ultima quella Marina da Salvataggio, utilizzata dai Cani di Terranova per il Salvataggio Nautico. Frutto sia dell’evoluzione di quelle in fibre naturali, cuoio e cotone, sia degli studi realizzati dall’equipe degli istruttori della Scuola Italiana Cani Salvataggio Nautico. È riuscita a migliorare notevolmente l’aspetto funzionale delle precedenti, presentando notevoli innovazioni. L’imbragatura oggi utilizzata è il frutto di cinque modelli coi i quali i nostri cani hanno lavorato in questi ultimi tre anni. |
|
Dai primi modelli costruiti artigianalmente cercando di migliorare sempre di più il prodotto, siamo finalmente giunti al modello 1992, che racchiude in sé tutte le caratteristiche e le variazioni che si sono studiate in questi anni. Siamo giunti a questo prodotto percorrendo varie strade, alcune delle quali sono state abbandonate poiché la realizzazione tecnica dell’idea iniziale non soddisfaceva o non era sufficientemente funzionale. Le caratteristiche innovative sono veramente molteplici, pensiamo al materiale utilizzato, fettuccia tubolare, alla galleggiabilità totale dell’insieme, alla facile e veloce vestibilità, alla leggerezza anche fuori dall’acqua, agli sganci rapidi di sicurezza, al colore di facile avvistabilità in acqua, al manicotto bianco scorrevole sulla maniglia che può essere posizionato in due differenti modi, modificando l’utilizzo della maniglia stessa, da ultimo anche dotata di sgancio rapido di sicurezza, alla possibilità di montare strisce di materiale rifrangente fluorescente, alla robustezza dell’insieme, alla possibilità di sollevare completamente il cane dall’acqua su barche con bordo alto, su moli, su elicotteri. Un’idea all’inizio, lo studio di fattibilità, la ricerca dei materiali, le prove, le misure, i prototipi, le prove in acqua, i miglioramenti, i vari modelli, un’idea realizzata.
L’idea di una nuova imbragatura per i
cani da Salvataggio Nautico, scaturita dalle esigenze dello staff
istruttori era dettata dalla necessità di migliorare il vecchio “harnaiss”
in cuoio di derivazione francese. L’utilizzo di fibre artificiali permetteva quindi uniformità, tenuta a notevoli carichi di rottura, tempi di asciugatura di gran lunga inferiori, l’utilizzo di qualunque larghezza delle fettucce, la possibilità di qualsiasi tipo di cucitura e una notevole leggerezza. Nonostante questo non eravamo ancora soddisfatti. Volevamo migliorare il prodotto ulteriormente. Pur essendo molto più leggera di quelle sino ad ora utilizzate, aveva pur sempre un peso in acqua. È risaputo che il peso è il nemico numero uno per chi nuota, basti pensare al fatto che viene detto di togliere immediatamente le scarpe se si cade in acqua vestiti. Visto che il pur relativo peso delle scarpe intralcia il nuoto, non vedevamo perché dovevamo inutilmente appesantire i nostri cani. Ci venne incontro l’idea di utilizzare per la realizzazione dell’imbragatura delle fettucce tubolari all’interno delle quali poter inserire dei panetti di materiale galleggiante a cellula chiusa. A lavoro finito, i pochi grammi di materiale galleggiante, aumentando il volume relativo dell’imbragatura, ne diminuiva in realtà il peso specifico. L’imbragatura galleggiava, era galleggiante in ogni sua parte. Non si sarebbe più appesantito il cane, ma anzi si poteva dare ad esso una piccola spinta positiva. L’utilizzo della stessa non presentava più i problemi di peso dati dai vecchi modelli di cuoio o fibre naturali (cotone). Un altro aspetto di cui abbiamo migliorato la funzionalità dell’imbragatura era la robustezza totale dell’insieme. I vecchi modelli erano formati da quattro cinghie unite su-periormente in un anello in acciaio, sicuramente non galleggiante, e venivano chiuse da fibbie in ottone. Avevano quindi otto giunzioni. Ogni giunzione, sia con rivetti sia con cuciture, indebolisce sicuramente l’insieme. Siamo riusciti invece a realizzare la parte principale dell’imbrago utilizzando una sola fettuccia. È in realtà un solo anello che gira intorno al cane. |
|
Abbiamo quindi una sola chiusura. Si è
potuto quindi aumentare la robustezza dell’insieme, riducendo al minimo le
possibilità di rottura. Un altro miglioramento è dato dalla vestibilità.
Si può far indossare il tutto al cane in pochi secondi, rispetto al tempo
più lungo richiesto dai vecchi modelli. Bisogna però rammentare che i 130 kg. di tenuta dello sgancio rapido vanno moltiplicati per quattro essendo quattro le fasce su cui è suddiviso il peso del cane. Un altro aspetto innovativo dell’imbragatura è dato dall’utilizzazione di una fettuccia larga 5 cm. (molto più larga delle altre) di colore rosso vivo che permette una più facile avvistabilità del cane in acqua. È inoltre possibile applicare delle strisce di materiale rifrangente e fluorescente che aumentano la sicurezza rendendo il cane più visibile. Sugli “harnais” di cuoio esistevano due anelli galleggianti del diametro di 15 cm. ai quali avrebbe dovuto attaccarsi o il pericolante o il soccorritore.
A parte la difficile reperibilità degli
stessi, a parte il loro peso, essendo realizzati in gomma, dura e vuota,
essi rendevano abbastanza scomoda da portarsi l’insieme, sbattendo qua e
là. Cima galleggiante Questa cima è quella comunemente utilizzata in nautica per svariati usi. Vengono ad essa legate ancore galleggianti, salvagenti anulari, boette luminose galleggianti. Per il nostro specifico uso è necessario scegliere una cima con almeno il diametro di 14 mm. Questo per fare in modo che abbia una buona tenuta ai carichi e che sia molto maneg-gevole. Verrà scelta di colore arancione per facilitarne l’avvistamento. Stiamo anche testando una nuova corda da roccia per torrentismo che è galleggiante. Abbina le caratteristiche della tenuta, della resistenza all’abrasione anche bagnata alla galleggiabilità. |